| Ciao Alberto, mi fa un infinito piacere conoscere anche te. Se la cantavamo?Devi sapere che durante il nostro anno di naia il nostro Coro era diventato un'autentica colonia ligure.Più o meno eravamo divisi così:genovesi,liguri,gidri,torinesi,segusini e noi,vercellesi e novaresi(dagli altri piemontardi spregiativamente soprannominati "lombardi").Si è praticamente creato uno scisma fra liguri,appunto,quando ho portato in caserma "Creuza de ma"del grande Re Fabrizio: alcuni dicevano che era "dialetto vero",altri,devo dire i più, sostenevano che era una"lingua di maniera".Per cantare Ma se ghe pensu siamo stati sottoposti ad un vero e proprio corso di lingua genovese con effetti al limite dello psichedelico;in particolare avevamo,noi baritoni,un compagno di Genova che ci faceva una pista clamorosa sul finale:a posà i osse ecc. Ma tutti i ragazzi liguri erano commilitoni fantastici,eccezionali:Medica,Grua,David Cabibbe,Monteverdi,Ferrari,Venturino e Nappi.Quest'ultimo,da buon camallo, mi aveva insegnato la differenza che passa fra buniciu e uegia frùsta,un'autentica chicca linguistica...tanto che ancora oggi mi ricordo a memoria:IN TU PORTU NOEU GHE SU NO NAE NOE...UNA NOEU NA NO NO ANA'! Salutami Genova,città che,per motivi diversi,porto sempre nel mio cuore per la sua dolce malinconia. Un arrivederci a presto Fabio
|